Quest'ultimo, membro della potente famiglia dei Metelli e personaggio politico di un certo rilievo nella Roma repubblicana, ricoprì importanti cariche, tra cui quella di pretore, console, censore, guadagnandosi un ruolo centrale nella classe degli optimates.
Come tante altre personalità del mondo romano, anche il Console Scauro predilesse, come luogo da destinare all' otium, l'ameno paesaggio laziale, con le sue pianure verdeggianti e il suo mare cristallino, a ridosso del quale si affacciava la sua sontuosa villa.
Di quest'ultima oggi rimangono pochi resti che si trovano in proprietà private, ma inglobati nell'area del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
Dai resti giunti fino a noi si evince che la struttura dell'imponente domus constava di molteplici grotte, simili a quelle che si possono ammirare nell'architettura della villa del Console Fonteo a Serapo, che ci danno anche una chiara idea di quali fossero i gusti architettonici dell'epoca.
Immancabile, come per tutte le altre domus, l'accesso al mare e la piscina che, spesso, fungeva da peschiera destinata all'allevamento ittico.
Altri resti, oltre ad anfore, monete e colonne in marmo, ritrovati nelle vicinanze, rimandano alla presenza di un una produzione di vino di cui, com'è noto, i romani erano maestri indiscussi.
La presenza di questa proprietà sul territorio scaurese, testimoniata nel Liber Pontificalis, ha portato gli studiosi ad ipotizzare che il nome dell'odierna Scauri traesse origine proprio da nome del Console Scauro.
INFO:
Per visite guidate, le prenotazioni si effettuano dal lunedì al venerdì, dalle ore 15:30 alle 18:30.
Dott.ssa Valeria Nerone
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