Villa Rubino a Formia

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           Villa Rubino a Formia

Villa Rubino, conosciuta anche col nome di villa di Cicerone in quanto identificata con la residenza del grande oratore, è un vero e proprio gioiello dell' architettura romana.
Un patrimonio inestimabile che purtroppo, ad oggi, rischia di rimanere nell'ombra rispetto al ruolo centrale che meriterebbe nella storia archeologica della città.
Situata a ridosso del lungomare formiano, essa si estende nella zona del porticciolo di Caposele che prende il nome proprio dalla dimora ciceroniana, la quale divenne, dapprima, proprietà dei Principi di Caposele e, attualmente, di proprietà della famiglia Rubino.
La struttura originaria constava di ambienti rettangolari vasti e imponenti e doveva apparire davvero grande e maestosa, destinata ad accogliere numerosi ospiti, se lo stesso Cicerone, nell'epistolario indirizzato ad Attico, dichiarò di avere non una villa bensì una Basilica.
Il cuore della dimora è costituito da due *ninfei di età repubblicana: un ninfeo maggiore e un ninfeo minore.
Il ninfeo maggiore presenta una copertura a cassettoni sorretta da colonne in stile dorico, mentre sul fondo si apre una nicchia in cui era collocata una vasca destinata ad accogliere l'acqua di una fonte retrostante.
Il ninfeo minore era più semplice, in quanto costituito da un ambiente quadrangolare sorretto da quattro colonne portanti.
La villa era dotata anche di piscine desinate all'allevamento ittico.
Del resto, quello delle piscine è un topos dell'architettura delle grandi ville romane destinate all' otium dei ricchi proprietari.
Fu questo il luogo privilegiato dall'oratore romano, il quale amava trascorrere qui le sue giornate godendo del clima salubre, e dove aveva modo di seguire i fatti politici di una Roma surriscaldata da un clima di ostilità e violenze seguite ai difficili anni delle guerre civili.
Probabilmente fu proprio nei pressi della villa che Cicerone trovò la morte per mano dei sicari di Antonio.

*ninfeo: edificio sacro ad una ninfa (divinità) posto nei pressi di una fontana o di una sorgente d'acqua, dove era possibile imbandire banchetti e trascorrere ore di otium (svago).


INFO:
Attualmente non visitabile.



Dott.ssa Valeria Nerone

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